“Per l’amore di Maria” è il titolo del progetto fotografico-narrativo di Genny Di Filippo
Il percorso fotografico-narrativo di Genny Di Filippo è molto di più di una semplice storia. “Per l’amore di Maria” – così si intitola il progetto – è famiglia, amore e tradizione. Genny è una nipote che, ispirata da un amore di altri tempi – un amore gentile, puro e che va anche oltre alle distanze imposte dalla guerra – decide di raccontare la storia dei suoi nonni, delle sue origini abruzzesi e, chissà, forse raccontare anche qualcosa di sé.
Maria e Cecchino: lo scambio di fotografie e dediche
Per Maria l’amore è dedizione e resilienza, è sacrificio e supporto, è prendersi cura delle persone a cui vuoi bene. L’amore ai tempi di Maria era anche impegno verso la propria famiglia. “Per amore di Maria” ha come protagonisti proprio i suoi nonni, Maria e suo marito, i veri pilastri della famiglia. Maria (Assunta), nasce nel 1936 e Cecchino (Francesco) nel 1933. Maria, protagonista indiscussa di questo progetto, è una donna forte: perse il padre, morto in un incidente – fu calpestato da un asino – dopo esser sopravvissuto agli anni di prigionia in Africa durante la guerra. Il destino scelse così per lui una sorte differente.

Maria, ha molto da dire e racconta la sua storia alla nipote lasciandole un’eredità importantissima: lo scambio epistolare di lei di suo marito, e con esso la storia della loro famiglia.
Grazie a Genny, la storia dei suoi nonni prende una nuova forma: sempre cartacea, ma arricchita da una narrazione che accompagna le fotografie. La narrazione vuole essere molto più di questo, vuole essere un’esempio universale di vita. Maria e Cecchino, che per ricordarsi reciprocamente i loro sentimenti si scambiavano fotografie con dediche, oggi ricordano a tutti noi l’importanza dei propri nonni e dei propri genitori. Chiunque può immedesimarsi in una nipote che vuole riportare alla luce la storia dei suoi amati nonni, simbolo inesorabile dell’amore. Le foto, e non solo, sono state selezionate con cura dall’autrice di questo progetto così emozionante.
“Cecchino per sei anni percorrerà in bicicletta 70 chilometri per vederla la domenica”, così racconta Genny l’esordio della storia d’amore dei suoi nonni. Queste testimonianze di vita reale mostrano come la realtà d’oggi sia cambiata notevolmente. Attraverso la narrazione fotografica possiamo immergerci in un tempo passato, ma non troppo lontano, in cui, quando non si avevano i mezzi per fare qualcosa, si trovava comunque un modo per riuscirci. Parliamo di un tempo dove ideali come affetto, famiglia e semplicità risiedevano nel cuore delle persone.
Le fotografie presentano delle dediche sul retro che costituiscono la base del progetto fotografico-narrativo definendone il significato. L’esempio più eclatante è una fotografia con doppia dedica: la prima dedica fu scritta da Maria – “Al mio caro Cecchino con tanto affetto, tua Maria”.


Successivamente, la foto viene rispedita a Maria, con la dedica “Ti bacio – tuo, Cecchino caro”. In questo modo, la fotografia assume un valore ancora più profondo, quasi come se Cecchino avesse voluto testimoniare di averla ricevuta e di esserne rimasto entusiasta.
L’autrice di questo progetto nota che questa tipologia di “espressioni d’amore” come “ti bacio”, “dal tuo caro” e altre simili sono diventate ormai desuete, altra buona ragione per condividere queste testimonianze. Genny, dunque, rispolverando i vecchi ricordi – suoi e dei suoi avi – fa trapelare che la sua sia una famiglia molto unita, addirittura racconta di come la passione per la fotografia le sia stata trasmessa sia dal nonno che dal padre.
Le origini: l’Abruzzo negli anni
“Un abbraccio tra mare e monti”- così Genny definisce la geografia del suo territorio – un territorio che ora vede cambiato e ce lo mostra attraverso un trittico di foto contemporanee: “La mia idea, fin dall’inizio, è stata quella di offrire al lettore, anche dal punto di vista visivo, la sensazione della ripetizione del percorso che mio nonno ha compiuto per sei anni, osservandone i cambiamenti nel susseguirsi delle stagioni.
Alla fine, sono arrivata a due soluzioni: la prima consiste nell’utilizzo delle ombre: quella di una bicicletta, simile al modello che usava mio nonno. Poi ho ricreato le ombre degli alberi che si possono vedere per strada, essendo la strada che conduce da Pescara a Catignano molto ricca di vegetazione. Queste ombre evocano il ritmo naturale del paesaggio attraversato.


La seconda soluzione è invece l’idea della strada che scorre, rappresentata attraverso tre scatti fotografici che condividono lo stesso punto di vista. In questo modo, l’attenzione si concentra sulla linea del percorso che cambia, simboleggiando il passare del tempo e il ripetersi del viaggio. Ovviamente questi sono scatti odierni, la progressione del trittico evoca il passaggio del tempo, qualcosa che scorre. Mentre le prime due introducono solo questo concetto, che viene poi rafforzato dalla narrazione”.

Genny ha donato al paesaggio, che si evolve nel tempo, una continuità: l’atmosfera della strada che percorreva Cecchino, in una strada che ormai ha subito delle inevitabili trasformazioni da allora. Questo descrive a pieno il legame tra l’autrice e il suo territorio. Un legame di affetto verso le proprie origini e ricerca del vecchio nel nuovo.
Il progetto che prende vita
Ogni progetto necessita di mano d’opera, volontà d’animo e sicuramente un aiuto umano è anch’esso un buon ingrediente per la sua buona riuscita. Genny ha avuto il giusto supporto che le ha permesso di realizzare questo suo sogno. In primis, grazie a Emanuela Amadio di “Case di fotografia” e al percorso di mentoring “oltre l’immagine”, il progetto ebbe inizio. “Io ed Emanuela ci siamo conosciute nel 2017 durante un suo corso di fotografia itinerante a bordo di un camper lungo alcune zone della costa abruzzese” – racconta Genny – fu poi Emanuela ad esortarla a lavorare sulla storia di Maria, anche a livello fotografico. Le due donne poi sono rimaste legate da una forte amicizia. Il progetto deve la sua bellezza estetica anche a Grafiche Tassotti, stamperia bassanese, che ha concesso in esclusiva l’utilizzo delle carte Remondini. Inoltre, la Stamperia IN di Pescara ha curato tutto il processo di stampa. Del libro esiste anche la versione inglese tradotta da Betty Di Filippo.


“Comunicazione gentile”: la gentilezza come “arma segreta” della comunicazione
La gentilezza è uno dei punti cardine del quieto vivere e del rispetto per il prossimo. Genny Di Filippo e Adele Iasimone sono le co-fondatrici di “Comunicazione gentile” un progetto che mira a sensibilizzare le persone verso l’uso della gentilezza durante le dinamiche sociali. Non può che essere il finale perfetto per la storia che Genny ci ha raccontato: la conclusione di un racconto, ma anche l’inizio di molto altro. Un progetto che potrebbe addirittura definirsi rivoluzionario. Perchè il vero rivoluzionario è colui che ama, non colui che combatte. L’unione di tante anime gentili può davvero fare la differenza. Prendiamo esempio da Maria, amiamo, senza paura!
