Il viaggio cosmico di Lucho Anello verso l’Eccezionale

“Distinguere il buono dall’eccezionale” è il titolo del primo album di Lucho Anello

Lucho Anello, è un cantautore d’origine siciliana, classe 1985, che con la sua arte unisce la freschezza del pop alla vivacità del punk con note di atmosfere space ritrovabili in brani come “Baby” e “Nina”. L’artista definisce questo suo percorso identificativo e le scelte stilistiche che ne conseguono come “un viaggio cosmico”. “Cosmico” sta a significare la miscellanea di argomenti trattati nella sua musica, in particolar modo attraverso l’album “Distinguere il buono dall’eccezionale”. Lucho intraprende un viaggio universale, grazie a canzoni con “un’anima spaziale”. Il suo viaggio all’interno del mondo dell’arte inizia con il percorso all’interno dell’Università Dams Cinema a Bologna. 

L’album: “Distunguere il buono dall’eccezionale”

Il titolo, di questo album inedito del cantautore, è provocatorio e sfida l’attuale periodo storico, dove “l’eccezione non conta se non funziona”. Quest’album, totalmente autobiografico, è una ventata di aria fresca ed è la storia di un ragazzo, diventato ormai uomo, alle prese con le proprie riflessioni e il suo rapporto con l’umanità. Un album per chi si sente “un genio incompreso, anche da sé stesso”, la sua scrittura e registrazione hanno fatto smuovere nell’artista una sensazione di dualismo in continua lotta interiore tra il riconoscere i propri meriti, apprezzare la propria genialità, e il sentirsi “un idiota”, quindi non abbastanza nemmeno per sé stessi. Ascoltare quest’album è come vivere per un attimo nella mente dell’artista, dove la leggerezza si fonde con la profondità e un tocco di sano cinismo, il tutto perfettamente bilanciato.

L’album è composto da “La voglia di fare l’amore”, che apre l’album, affrontando il tema del desiderio, portando a rimodulare l’album intero. Successivamente “La musica non esiste”“Baby”, “Chissà cosa sono io”, “Nina” e “Via Gluck”, nome preso dalla via milanese dove risiede attualmente l’artista e che parla del disagio sociale e urbanistico. L’album prosegue con “Se non fossi bravo” e si chiude con “Lupo”.

“La musica non esiste”: uno stacco generazionale

Un titolo che porta con sé una provocazione: “la musica è diventata qualcosa che ci sparano nelle orecchie, che non scegliamo”. Questa constatazione dell’artista suggerisce che la selezione musicale di ciascuno di noi non abbia più personalità e dunque sia comandata: “sparata”. L’artista però, non si riferisce esattamente alla sua generazione o quelle limitrofe, ma in particolar modo alle nuove generazioni che si limitano a seguire le tendenze e non fare delle scelte. Inoltre dà importanza all’aspetto nostalgico di comprare un disco (quindi non ascoltare in streaming) e godersi un bel concerto, pratica molto ridotta nei più giovani.

“Baby”: l’amore 

Una canzone d’amore come si deve, con una persona a lui cara che funge da musa ispiratrice: la sua compagna. Il cantautore definisce questa traccia come “un inno all’amore”. La potenza dell’amore, secondo lui, mantiene intatto il nostro pianeta. È con più amore che, forse, i problemi dell’umanità si estinguerebbero? Chissà, nel dubbio è sempre meglio seguire l’esempio di Lucho e celebrarlo.

“Chissà cosa sono io”: l’identità frammentata

Brano attualissimo, che rispecchia e riflette su cosa sia l’identità al giorno d’oggi. Attraverso i social siamo sempre sotto i riflettori e sottoposti al giudizio dei nostri “followers”, i quali decidono per noi chi siamo, e magari questa loro visione di noi non coincide per niente con la realtà del nostro essere. L’importanza quindi sta nel non farsi definire o non sentirne il peso.

“Nina”: ninna nanna 

L’artista, presa consapevolezza di essere diventato adulto, scrisse Nina pensando un po’ anche ai suoi genitori, i quali alla sua età avevano già due figli. “Per non sentirmi solo, ho scritto Nina”, così spiega Lucho. Nina è una guida, secondo l’artista, del rapporto che dovrebbe crearsi tra genitore e figlio/a.

“Se non fossi bravo”: dedicata a chi si sente inadeguato

Il senso di adeguatezza è pur sempre difficile da raggiungere e l’artista afferma: “Probabilmente, se mi fossi sentito ‘adeguato’, non avrei fatto l’artista”. Lucho però prova un senso di appagamento attraverso un riscontro umano. Questo riscontro avviene, per esempio, quando qualcuno che commenta una sua canzone, si avvicina al suo mondo. 

“Lupo”: affrontare la vita

Un brano che ancora oggi commuove il suo stesso autore quando lo suona. Un brano con un significato profondo che ricorda a Lucho una sua cara amica, che ha vissuto una situazione difficile. Il titolo si ispira a un episodio reale: il cantante si trovava in un bosco con amici e hanno udito dei lupi ululare, metafora che nella vita può esserci sempre qualcosa che viene a sconvolgerti i piani.

L’artista, infine, lancia un “consiglio semplice ma difficilissimo da seguire” per i più giovani che stanno cercando un loro posto nel mondo della musica, quello di fare musica e fregarsene di tutti.

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